COMFORT ZONE

Quando dicono che la vita vera inizia dove finisce la comfort zone non sono mai parole dette a caso.

Tempo di lettura: 2 minuti

Se ti piace questo articolo, condividilo.

Poter provare un’emozione nuova, affrontare nuove avventure, iniziare un nuovo lavoro o un nuovo progetto.
Far qualcosa totalmente fuori dall’ordinario.
E’ successo anche a me.
Nel 2009  ho lasciato la mia casa in Sardegna, la mia famiglia, i miei amici di una vita e son partita in cerca del mio perchè, quella spinta emotiva che mi diceva “c’è di più e posso averlo.”

Ed eccomi qui

Project Manager, con una mia attività imprenditoriale in crescita.

Ma qual è il vero motivo per cui le persone stanno tanto bene nella propria comfort zone?

La comfort zone identifica uno stato psicologico in cui tutto può sembrare familiare, una zona nella quale una persona si sente a proprio agio con l’ambiente che lo circonda e prova bassi livelli di ansia, stress e/o paura.
L’essere umano ha una sua naturale predisposizione a conservare e mantenere intatte le proprie abitudini, perché cambiare costa molta fatica dal punto di vista cognitivo ed emotivo: esperienze del passato e fattori individuali (traumi, delusioni, sfiducia in sé stessi e negli altri) possono aver generato una diffidenza profonda verso la possibilità che il cambiamento sia positivo.
L’una non esclude l’altra, anzi, si può dire il contrario:
la combinazione di questi due elementi rinforza la difficoltà a uscire dalla propria comfort zone; lasciare la casa di famiglia, mantenere un lavoro abitudinario ma deludente, o, ancora, un’attività commerciale operando sempre allo stesso modo.
Parliamo di motivazioni profondissime, ancorate ad esperienze di vita precoci e persino al nostro DNA.

Come si fa allora ad uscirne?

Non esiste un metodo standard per tutti; ognuno di noi ha blocchi emotivi diversi e sicuramente un’analisi è un valido aiuto.
Un primo passo potrebbe essere quello di rivolgersi ad un professionista, uno psicoterapeuta, un mental coach, un amico che possa aiutare a superare le prime ansie e le barriere meno profonde.

E’ un percorso che ho fatto anche io nei miei primi anni di trasferimento a Roma e mi è stato molto utile per conoscere a fondo me stessa, le mie paure e i miei punti di forza.
Concedersi una pausa dalla routine, fare un viaggio in solitaria, potrebbero essere piccoli passi importanti che magari potrebbero regalare emozioni forti e riflessioni inaspettate.

Oggi mi presento al mondo non solo come una donna ed un project manager, ma anche come biker.
Sono un’imprenditrice, amo il mio lavoro ma amo anche l’idea di poter essere tutto ciò che mi sento, senza dover rinunciare o nascondere una parte di me.

E tu? Qual è il tuo pensiero a riguardo?

Ti senti bloccato? Limitato? O conosci qualcuno che secondo te, avrebbe bisogno di aiuto?

Quando penso ad un imprenditore e ad un’attività commerciale che non soddisfa gli obiettivi con i quali è stata aperta, credo che rivolgersi ad un project manager possa essere un buon punto di partenza.

Condividimi il tuo pensiero.

Scrivimi, clicca su uno di questi canali. Ogni opinione è un importante spunto di riflessione e miglioramento di se stessi.

Vuoi uscire dalla tua comfort zone?

Affidati a chi già lo ha fatto e ha seguito oltre un centinaio di imprenditori ad uscire fuori dal proprio ordinario

Trovi interessanti i miei articoli?

Resta collegato per leggere le mie news.
Iscriviti alla mia newsletter

Ti va di connetterci?

Non ti manderò tante mail, ma una ogni tanto, per condividere con te esperienze e spunti che potrebbero esserti utili.

Entra nella mia community!

non divulgherò la tua mail a nessuno (nemmeno sotto tortura!)